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Legge 190 del 2012

Anticorruzione nella PA

È la nuova legge di riferimento per la pubblica amministrazione: prevede la stesura di un piano e la nomina di un responsabile, richiede percorsi formativi per tutto il personale. Si applica anche alle controllate.

La Legge 190 del 2012 in tema di rimedi anti-corruzione, definisce importanti disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione, in altre parole impone una serie di adempimenti a moltissime organizzazioni pubbliche e controllate, in termini di nomine, procedure, formazione e molto altro. Conosciuta anche come legge Severino dal nome del Ministro della Giustizia, Paola Severino, che ha redatto il testo al fine di rispondere all'esigenza di una normativa sul tema, considerando soprattutto gli allarmanti studi compiuti dall'UE e dall'OCSE in materia di corruzione che stimavano un costo per lo Stato italiano di 60 miliardi l'anno, pari al 3,8% del Pil (con una media UE dell'1%) e dal rapporto, datato 2011 in cui l'Italia figurava come il terzo paese OCSE più corrotto, con un punteggio CPI (Corruption Perception Index) pari a 6.1 subito dopo Messico e Grecia (Fonte La Stampa).
Legge 190 del 2012 e il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA)

La Legge 190 del 2012, esplicita le “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione”. Lo strumento attuativo di questa legge è il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA).

Con l’approvazione da parte della CIVIT (Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni Pubbliche, oggi sostituita dall’ANAC - Autorità nazionale anticorruzione) del Piano Nazionale Anticorruzione, è fatto obbligo per le pubbliche amministrazioni, per gli enti pubblici economici, per gli enti pubblici non economici e per gli enti di diritto privato in controllo pubblico, di predisporre Piani di Prevenzione della Corruzione e di nominare un Responsabile per la Prevenzione della Corruzione.

Ogni amministrazione “destinataria” quindi, tenendo conto delle indicazioni contenute nel piano, deve a sua volta predisporre degli specifici piani di prevenzione della corruzione che contengano tutte le misure di prevenzione obbligatorie per legge e misure ulteriori decise in autonomia, e che individuino i soggetti e le aree di rischio. Devono inoltre definire gli interventi formativi programmati per il personale coinvolto e le sanzioni previste in caso di violazione. il Responsabile Anticorruzione deve essere scelto tra i dirigenti dell’amministrazione ed è responsabile della politica di trasparenza dell’organizzazione stessa.

Il Piano può, qualora l’organizzazione interessata lo avesse adottato, essere integrato con il Modello di Organizzazione e Gestione ai sensi del Decreto legislativo 231 del 2001 estendendo sostanzialmente il numero dei reati possibili. I reati di riferimento sono quelli contenuti nel Titolo II Capo I del Codice Penale (ad esempio peculato, abuso di ufficio).

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